I Valdesi

Le origini del valdismo

Le origini del valdismo risalgono al 1173, quando un ricco mercante di Lione di nome Valdo decise di donare i suoi beni ai poveri, dedicandosi alla predicazione del Vangelo che si era fatto tradurre dal latino in occitano.

Fu una azione rivoluzionaria perché le persone poterono comprendere meglio i messaggi contenuti sviluppando riflessioni comunitarie sulle questioni religiose e un numero crescente di persone iniziò a seguire l’esempio di Valdo dedicandosi alla predica del vangelo. Questa comunità venne inizialmente chiamata con il nome “I poveri di Lione” e fu la prima comunità “valdese” (da Valdo appunto), sostenitori di una Chiesa povera, priva di gerarchia ecclesiastica e senza Papato, una Chiesa che rifiutasse il potere politico e l’uso della forza. In discussione vi erano anche alcune credenze tipiche del cattolicesimo quali l’esistenza del purgatorio, le indulgenze, l’intercessione della Vergine Maria e dei santi.

Nel marzo del 1179 in occasione del Concilio Laterano III (convocato da Papa Alessandro III), Pietro Valdo avanzò la richiesta di poter predicare gli insegnamenti del vangelo, ma il Concilio negò ai “Poveri di Lione” la predica del vangelo perché compito dei sacerdoti e non dei laici.

Nonostante la risposta ricevuta, Valdo e i suoi seguaci continuarono nel loro operato suscitando sdegno e preoccupazione nelle autorità ecclesiastiche dell’epoca, soprattutto per la crescita del movimento che col tempo arrivò fino alle terre baltiche e nei paesi di lingua tedesca.

Vi è da dire che prima dei Valdesi, già i Catari manifestarono l’intenzione di volersi allontanare dalla Chiesa Cattolica. Questa situazione portò Papa Lucio III a indire nel 1184 il Concilio di Verona per combattere quella che veniva considerata “eresia”. Il neonato movimento valdese venne dunque scomunicato e bollato come eretico.

La condanna all'eresia

In quel tempo, essere condannati all’eresia voleva dire vivere in una situazione di emarginazione ed esclusione sociale, di costante persecuzione, col rischio altissimo della condanna a morte, anche collettiva, con l’intento di eliminare intere comunità in caso di rifiuto ad abiurare. Ed è quello che avvenne con i Catari (l’ultimo atto della crociata contro i Catari avvenne nel 1244 con la condanna a morte delle ultime 200 persone) e con i valdesi.
Chiuse tutte le possibilità di professare liberamente la propria fede, la comunità valdese venne anche allontanata da Lione e nel 1208 (sotto il papato di Innocenzo III) subì forse la prima vera persecuzione che comportò il loro spostamento dalla Francia Meridionale alle valli piemontesi.

Fu l’inizio della dispersione dei gruppi valdesi nell’Europa continentale, ma a mantenere unite le comunità presenti in Italia e in Europa contribuirono dal XIV-XV secolo i “Barba”, predicatori itineranti che di nascosto alle autorità ecclesiastiche visitavano i gruppi di fedeli e discutevano delle questioni più importanti riguardanti il movimento valdese. Il loro compito era altamente rischioso e non era raro che una volta scoperti la loro vita finisse tragicamente.

La Riforma Protestante