LA VITA DOPO LA STRAGE DEL 1561

<<Si tiene gagliardissimo sospetto che nell’esteriore solamente fingono quei popoli di essere chattolici, ma intrinsecamente, et, per quanto possono scoprirsi tra di loro, stiano ancora oggi involti negli antichi loro errori >>

La crociata contro i valdesi fu ritenuta necessaria dai vertici della Chiesa di Roma che non accettava la loro presenza in terra italica. Tuttavia l’irriducibilità dei valdesi costrinse l’inquisizione a elaborare altri mezzi (oltre le condanne a morte) per eliminare la loro cultura. Vennero perciò emanati i seguenti (principali) ordini:

  • Confisca dei beni a tutti i sopravvissuti alle stragi
  • Divieto di riunione tra i valdesi e divieto di parlare la lingua occitana
  • Obbligo di seguire la messa ogni giorno prima del lavoro
  • Demolizione delle case che accolsero i predicatori (i Barba)
  • Imposizione sulle porte delle case degli spioncini con apertura e serratura esterna, per controllare che non venissero svolte riunioni clandestine e pratiche eretiche
  • Divieto dei matrimoni tra Valdesi per 25 anni dopo le stragi
  • Affidamento dei minori di 15 anni alle famiglie cattoliche

Il compito di educare gli eretici alla vita Cattolica venne svolto dai missionari gesuiti, ai quali si affiancarono e poi sostituirono dal 1600 i frati domenicani che fondarono in paese il loro Convento e vi rimasero fino al 1798. Essi ebbero il compito di controllare la vita pubblica e privata degli abitanti per scongiurare un ritorno alle pratiche ritenute eretiche. Il controllo era capillare e maniacale, e così Guardia adottò col tempo riti e pratiche esclusivamente cattoliche. L’inquisizione minò i gangli vitali della società valdese. Cosa poteva mai rimanere e come poteva ricominciare la vita tradizionale se era impossibile parlare la propria lingua, sposarsi e crescere figli secondo la propria cultura?

Per un primo periodo, la Chiesa di Roma volle mantenere vivo il ricordo degli eccidi, essi servivano da monito nei confronti degli ex eretici convertiti al cattolicesimo che dovevano ricordare a quale sorte sarebbero stati destinati se avessero ripreso a praticare l’eresia. Solo dopo lunghi anni l’atteggiamento della Chiesa Cattolica mutò optando per una cancellazione del ricordo delle stragi, non certo per presa di coscienza dei suoi ufficiali (considerato che in Piemonte le persecuzioni contro i valdesi proseguirono per tutto il seicento), ma per evitare che qualche giovane s’incuriosisse di quelle storie venendo a conoscenza di quello che era il valdismo.

<<Nasce anco l’inconveniente che li gioveni, che per altro non haveriano memoria alcuna delle pazzie dei loro antecessori, fatti curiosi da questa lettione, se informino di quella infelice historia che deveria esser sepolta in una eterna oblivione poiché potentissimo mezzo è per conservare la fede nelli popoli la buona institucione catholica con la quale non sia meschiata cognitione di cosa contraria a lei, perché dall’intendere il contrario nasce curiosità di mettere in disputa quello che si deve solo credere>>

GUARDIA OGGI