L'arte tessile
L'arte tessile dei Valdesi di Calabria
I valdesi di Calabria erano abilissimi tessitori. I loro prodotti, molto pregiati e ricercati, venivano venduti sui mercati di Cosenza e Montalto Uffugo. A San Sisto de’ valdesi e molto probabilmente anche nei dintorni di Guardia Piemontese, essi coltivavano i gelsi, pianta indispensabile per l’allevamento dei bachi dal quale veniva ricavata la seta poi trasformata in prodotti tessili destinati a soddisfare i fabbisogni familiari e le richieste di facoltosi acquirenti.
Va fatto notare che in Calabria la produzione e il commercio della seta era molto diffusa, già nel 1416 la Regina Giovanna II di Napoli per agevolare gli scambi e favorire l’economia istituì a Cosenza il “mercato della Maddalena” che si teneva durante i mesi estivi. Cento anni dopo l’Imperatore Carlo V (nel 1519) concesse a Catanzaro il consolato di Città della seta. Un ruolo fondamentale nella produzione e commercio della seta era svolto dagli Ebrei di Calabria. Si sa che essi vendevano la seta ai genovesi e ai lucchesi i quali a inizio del 1500, scontenti del regime di quasi monopolio posseduto dagli Ebrei, sfruttarono i sentimenti antisemiti degli spagnoli per dare inizio alla repressione contro di loro. Le autorità spagnole li cacciarono dapprima da Reggio Calabria nel 1511 e poi da tutto il Regno entro il 1540. Ma prima che l’inquisizione spagnola infuriò contro Ebrei e Valdesi, è indubbio che le due comunità, non solo entrarono in contatto tra loro, ma ebbero dei rapporti economici stabili. Molto probabilmente fu proprio grazie a questi contatti che i Valdesi di Calabria raffinarono le loro tecniche tessili e sartoriali fino a portarle ad un livello elevatissimo.
Da metà del ‘500 la produzione dei Gelsi (e quindi l’allevamento del baco da seta) subì un forte calo, ma a Guardia Piemontese e a San Sisto, l’arte tessile sopravvisse alle repressioni messe in atto ai danni dei valdesi sopravvivendo fino a metà del secolo scorso. Questa attività è oggi testimoniata dagli splendidi abiti da donna originali tipici di Guardia Piemontese, l’ultimo dei quali è stato indossato fino al 1991 da una anziana signora del posto.